Start Cinema si aggiudica il bando del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC con un progetto di festival che rappresenta una novità assoluta nel panorama regionale emiliano-romagnolo: Visioni Fantastiche è infatti un festival di cinema dedicato alle scuole di ogni ordine e grado del Comune di Ravenna, in cui il genere fantastico diventa l’occasione per unire intrattenimento e formazione, nella convinzione che la creazione di una cultura visiva consapevole sia fondamentale, ancora di più ora che l’esposizione è costante e quasi totalizzante.
Gli obiettivi. Uno dei principali obiettivi di questo festival è, come prevede il Piano MiBAC – MIUR, contribuire a contrastare l’analfabetismo iconico, tramite un fitto lavoro di avvicinamento al Festival fatto di momenti in cui l’elemento propedeutico e spettacolare troveranno un loro equilibrio definitivo in tempi ragionevolmente brevi. Questo Festival, al di là delle specificità che lo distingue dagli altri presenti nel nostro Paese, ha anche l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una cultura visiva in modo consapevole, con una strategia e una consapevolezza che sia in grado di valorizzare e non subire la rivoluzione digitale in atto, che sappia contrastare la diffusione del calo drastico di capacità di attenzione e concentrazione di cui soffrono in grandissima misura le nuove generazioni, che possa contribuire alla diffusione della democrazia estetica e culturale tramite percorsi formativi che tengano conto dell’età di riferimento cui sono diretti tramite formatori di accertata esperienza, provenienti dal mondo della formazione, ma soprattutto del cinema.
Una premessa. Serve una breve premessa sulla necessità di realizzare a un festival come questo. Non molti anni fa fantasy e fantascienza erano destinati a un pubblico molto omogeneo, principalmente femminile, riconducibile all’età dell’adolescenza, ma col tempo la situazione si è ribaltata. Dal Il Trono di Spade a Black Mirror, dal Il Signore degli Anelli a Star Wars, il fantastico ha conquistato classi e generi, fino a perdere l’ingiusta nomea di “fuga dalla realtà” – a meno che l’evasione non sia diventata di massa.
Le origini. Le prime forme di narrazione umana, scritte e orali, sono impregnate di fantastico: mi riferisco alla mitologia e al folklore, che, da Circe ai draghi cinesi, passando per Gilgamesh e Beowulf, più che un genere letterario fondano la lingua e la cultura globale. La nascita del genere non è recente: si può dire che inizi con la Saga di Re Artù, e che venga canonizzato nientemeno che da Dante nella Divina Commedia. Ma tornando al presente, dunque, a cosa si deve questa rinascita del fantastico? Le cause sono molteplici e si differenziano in base a generi, sottogeneri e ibridazioni. La portata innovativa si adatta alla fantascienza, ma non al fantasy. C’è però un elemento che potrebbe convenire a entrambi i generi: l’irriducibile stranezza della realtà, che, all’indagine di discipline molto eterogenee tra loro, risulta di una complessità crescente, in rapido allontanamento dalle convinzioni del senso comune. Insomma, più la realtà è incredibile, più il fantastico coincide col realismo. Esempi tipici sono i cataclismi, le epidemie, riscaldamento globale, fenomeni d’importanza vitale, di difficilissima gestione e la cui portata è impossibile da assorbire nella vita quotidiana. L’ormai consueta locuzione in cui si dice che spesso la realtà supera la fantasia, potrebbe essere l’assunto di base. La crescente osmosi tra fantastico e realismo in romanzi come Cometa di Gregorio Magnini (all’estero potremmo citare l’opera di Cormac McCarthy e Mircea Cărtărescu) è forse lo specchio dello sgretolarsi di una visione monolitica della realtà. È una reazione all’impasse del materialismo, che, attraverso la sua pur efficace indagine del mondo si rende man mano consapevole dei propri limiti, punti ciechi e ambiguità morali. In un certo senso si può parlare di un ritorno alla mitologia, al momento in cui “ai draghi si crede davvero” – non tanto in virtù della loro esistenza concreta, ma perché ci sono cose che si capiscono, accolgono e spiegano con maggiore efficacia attraverso il linguaggio fantastico. Francesco Orlando, nel Soprannaturale letterario, scrive che “la letteratura apre uno spazio immaginario fondato sulla sospensione o neutralizzazione della differenza tra vero e falso, uno spazio in cui vige il diritto di rispondere al piacere dell’immaginario. L’apertura stessa di un tale spazio costituisce una formazione di compromesso tra le istanze opposte del reale e dell’irreale”. Ed è forse proprio il bisogno di questo compromesso tra reale e irreale a segnare la rinascita e l’innovazione del genere fantastico. Ed è proprio da questa necessità che nasce Visioni Fantastiche.